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Wed 2/24/2010 3:50 AM

Caso Di Girolamo: gli eletti oltre confine a colloquio con ItaliachiamaItalia - di Francesca Toscano  www.italiachiamaitalia.com

ROMA - "Diverse le reazioni degli eletti all’estero, di maggioranza ed opposizione, alla notizia dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il senatore Nicola Di Girolamo (Pdl) per violazione della legge elettorale". A scrivere è Francesca Toscano, che sul caso Di Girolamo ha sentito per Italiachiamaitalia.com, portale d'informazione diretto da Ricky Filosa, alcuni dei parlamentari eletti dagli italiani nel mondo. "Già nel giugno del 2008 erano stati chiesti gli arresti domiciliari per il senatore Pdl per presunte irregolarità nel voto all'estero, creando spaccature all’interno dello stesso PDL e attriti con gli altri deputati eletti all’estero.  Ora a pesare sulla posizione dell’avvocato romano è “l'aggravante mafiosa''.
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Italia chiama Italia ha chiesto ad alcuni dei deputati eletti all’estero di commentare la notizia. Tutti cauti nell’esprimere giudizi su “un caso ancora da verificare” e nel richiedere le dimissioni del Senatore Di Girolamo. Ad eccezione dell’onorevole del PD Laura Garavini, per la quale la fonte – la procura antimafia - è attendibile. “Mi auguro che vorrà trarne le conseguenze dimettendosi e restituendo il suo mandato” ha detto la deputata che ha vissuto in Germania, paese dove secondo le indagini risultano i brogli elettorali di cui Di Girolamo è accusato.

“Sono certo che il sen. Nicola Di Girolamo saprà dimostrare la sua innocenza”. Questa l’opinione dell’onorevole Massimo Romagnoli. E’ la seconda volta che gli viene contestato lo stesso reato, questa volta con l’aggravante mafiosa, non getta discredito sugli italiani all’estero proprio in periodo in cui si parla di legalità e di riforma del voto all’estero?, gli chiediamo. “Penso che sia opportuno aspettare una sentenza definitiva prima di poter criticare una persona che potrebbe essere dichiarata innocente”. replica l’ex deputato di FI, ora presidente dell’Ente Italiano della Montagna.

“Ho appreso appena arrivato dal Canada la notizia. Personalmente non ci credo, conoscendo Di Girolamo penso non sia vero. Però fin quando uno non è stato condannato e giudicato non si può chiedere il mandato di arresto. Io, che vengo dopo 30 anni di vita nordamericana, la vedo in modo differente”. Con queste parole il senatore pidiellino Basilio Giordano esprime a colloquio con Italiachiamaitalia.com il suo stupore alla notizia di richiesta di arresto per il collega e cofondatore della Fondazione Italiani nel Mondo. “Sono rimasto allibito anche io – confessa Giordano -  perché pensavo che fosse una cosa già discussa e che si aspettava di essere giudicata per poi vedere il da farsi. Ora è arrivata come una tegola in testa anche per tutti noi colleghi”. 

“Mi sento rammaricato per questa decisione della magistratura - conclude il senatore eletto in Canada - l’inchiesta dovrebbe fare il suo corso, andare avanti e poi si vedrà. Di Girolamo ha tutto il mio appoggio. Di queste cose di cui si parla non sono al corrente, ma ho fiducia sia nel senatore che nella giustizia che farà il suo corso”.

“Queste accuse arrivano da una fonte molto autorevole: la procura nazionale antimafia che ha chiesto l’arresto e quindi alla luce di una serie di elementi che sono emersi nel corso dell’indagine”. Secca la reazione dell’onorevole del PD Laura Garavini a colloquio con Italiachiamaitalia.com, per la quale “e’ chiaro che resta il fatto che fino al momento in cui non sarà dichiarato colpevole resta aperta la possibilità che non lo sia”, però “la fonte dalla quale arriva la richiesta di arresto fa pensare che sia estremamente inquietante che il sen. Di Girolamo si sia reso artefice di reati di questo tipo”. “Mi auguro – ha concluso la deputata dell’opposizione - che vorrà trarne le conseguenze dimettendosi e restituendo il suo mandato”.

“Attendiamo gli sviluppi e i risultati dell’indagine. Poi il Senato si dovrà pronunciare su questa richiesta che sicuramente sarà motivata”. Così commenta la notizia l’onorevole del Pd eletto all’estero e residente in Australia, Marco Fedi.

Secondo Fedi Di Girolamo dovrebbe dimettersi? “Questa è una sua scelta. La possibilità di dimettersi è una delle prerogative di chi è stato eletto, quindi il sen. Di Girolamo sa bene quello che può fare”. 

Diplomatica la reazione del deputato del PDL, Guglielmo Picchi, che in attesa che la magistratura faccia il suo corso, per il momento si limita a dire: “Spero che questa situazione si risolva nel migliore dei modi”.

“Sono dispiaciuto, per me è una bravissima persona”. A dirlo è l’onorevole dell’IdV eletto in Europa, Antonio Razzi. “Non è una cosa bella ecco perché ritorno alla mia proposta di legge sul voto elettronico: che sia la volta buona che questo abbia fine. Fortuna che ho fatto questo progetto di legge, l’unico che ci più salvare da queste situazioni – precisa il deputato residente in Svizzera - Questo è un motivo in più per far riflettere il Governo sul modo in cui avviene il voto all’estero”. “Tutto questo può cambiare se il mio progetto di legge venisse approvato”, continua Razzi, spiegando a Italiachiamaitalia.com come “ancora una volta il ministro Brunetta mi ha espresso il suo consenso: è l’unico modo per eliminare tutti questi brogli”. (www.italiachiamaitalia.com)